Con grande piacere diamo il benvenuto a ADOLFO DURANTE, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro GIORNI SOSPESI, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a ADOLFO DURANTE, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, ADOLFO DURANTE si narrerà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a ADOLFO DURANTE!
Com’è nata la tua la passione per la musica?
“ADOLFO DURANTE” vogliamo sapere di più dei tuoi superpoteri…!
Ahahahaha, perché parli di superpoteri? Però è divertente come definizione. In verità la mia passione nasce in età giovanissima, non c’è un momento vero e proprio, diciamo che accade e quando ne sei consapevole è già successo. Ho da subito lavorato come voce guida di progetti di altri artisti in studi di registrazione, fino a quando non è arrivata anche per me l’opportunità di realizzare un disco prodotto. Ho militato per anni con una band di musica rock con brani inediti, i MisterNo, per poi intraprendere una carriera da solista.
Come è stato concepito il lavoro GIORNI SOSPESI?
Giorni sospesi nasce da un testo che Alessandro Hellmann aveva scritto nel 2020, con l’arrivo della pandemia, che aveva sorpreso tutti e ci aveva costretti d’improvviso a limitare ogni nostro movimento. È l’unico testo che Alessandro aveva scritto in quell’anno, come preso dallo sconforto, dalla mancanza di stimoli alla scrittura. Ogni forma espressiva era bloccata dal senso di precarietà, nessuno di noi sapeva cosa sarebbe accaduto e man mano che passavano i giorni, la situazione era sempre più allarmante: credo che quel periodo abbia sprigionato in molti la propria creatività scrivendo molto, altri è come se avessero avuto un blocco emotivo. Dal racconto di Alessandro credo sia più simile la seconda ipotesi. Poi ho chiesto al mio produttore e arrangiatore delle mie ultime produzioni, Alberto Lombardi, di scrivere una musica che fosse travolgente, non triste e il risultato è sotto le orecchie di tutti. Spero piaccia, ma dai primi feedback sono molto entusiasta.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
L’idea del regista, Alessio Caglioni, videomaker dei miei videoclip da diversi anni ormai, era di girare il video in bianco e nero per trasmettere un senso di inquietudine di fronte ad una città vuota a causa della situazione pandemica. Bergamo, città-simbolo, che ci ha visti tutti sgomenti di fronte alla morte di così tante persone portate via in fila dai camion dell’esercito, rappresenta quel periodo, è qualcosa che non si può rimuovere dai nostri ricordi. In verità tutto il video è girato attraverso la metafora di quei giorni, richiamare esattamente a quello che è successo, descrivendolo con immagini inequivocabili, avremmo rischiato di cadere nella banalità e di urtare la sensibilità di chi si è visto portare via i propri cari, senza nemmeno un saluto, un pensiero davvero agghiacciante ed era quello che non volevamo.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Il brano sarà contenuto in un QDisc, un formato molto in voga negli anni 80, in cui la lettera “Q” sta per “Quattro” (cioè il numero delle canzoni contenute) ma anche per “Qualità“: la durata più breve dell’incisione consente infatti una maggiore distanza fra i solchi, pertanto la qualità sonora è decisamente migliore. Un tempo era stato utilizzato per lanciare nuovi artisti emergenti, ma poi nel tempo le case discografiche, dapprima la RCA, realizzarono questo formato anche per artisti noti e affermati come Dalla, Zero, De Gregori, Oxa…. Il titolo non è stato ancora definito, sarà in edizione limitata e solamente in vinile. Oggi a farla da padrone è lo streaming e le piattaforme digitali sono diventate gli unici veicoli più efficienti per arrivare in breve tempo a più persone, uniti ai social che la fanno da padrone ovviamente.
Cos’è per te l’arte, la musica?
La musica così come l’arte, per me, sono l’espressione di sé stessi, un riflesso allo specchio arricchito da cose che si riescono a percepire solo se ti lasci andare senza filtri, ti permettono di manifestarti per quello che davvero sei e che vuoi che gli altri sappiano realmente di te. Qualcosa che ognuno di noi percepisce nell’altro attraverso le proprie sensazioni e che si caratterizza proprio perché le emozioni in chi guarda, ascolta o osserva sono diverse le une dalle altre. L’arte è la traduzione libera delle proprie emozioni.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Di base io ascolto di tutto, non mi sono mai recluso all’opportunità di aprirmi a mondi musicali differenti e credo che in questi anni la mia discografia rispecchi esattamente questa caratteristica: nessuna preclusione ai generi musicali. Posso ascoltare un brano di musica rock come uno di musica classica. È indubbio però che la musica d’autore, che si caratterizza per la possibilità di interpretare e che è una mia caratteristica, l’abbia fatta da padrone sulla tipologia di ascolto a cui mi sono sempre appassionato negli anni.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
I miei dischi contengono ospiti musicali di tutto rispetto, conosciutissimi in campo musicale e anche internazionale, più di quanto non lo sia io, si pensi a nomi come Gabriele Evangelista e Bernardo Guerra, rispettivamente contrabbasso e batteria di Stefano Bollani , Andrea Zuppini, noto produttore di album di Rossana Casale, Ramazzotti, Alex Baroni, Pierpaolo Ranieri musicista di Paola Turci e Massimo Ranieri, I testi portano la firma di Alessandro Hellmann, uno scrittore e autore di testi per la musica e il teatro italiano che ha ricevuto diversi riconoscimenti letterari e musicali e le cui canzoni sono state interpretate da numerosi artisti italiani, tra cui Simone Cristicchi, Rosario Di Bella, Juri Camisasca (pregiato collaboratore di Battiato ed Alice) e molti altri.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Con Marco Stanzani avevamo già avuto modo di conoscerci, lui aveva visto alcune cose che avevo realizzato qualche anno fa su Mia Martini, spettacoli e canzoni, è stata una reciproca conoscenza. È un disco a cui tengo molto questo e non potevo affidare la promozione ad un ufficio stampa qualsiasi, ma a qualcuno che vantasse grande professionalità ed esperienza pluriennale.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Non mi prefiggo un contenuto specifico, chiedo agli autori e ai produttori con cui collaboro di prendere spunto dalla vita, da quello che essa offre in quel momento; attraverso i testi di Alessandro Hellmann e Sandra von Borries, cerco di raccontarmi ponendo l’attenzione su aspetti diversi della vita: chi siamo, dove stiamo andando, chi sono gli altri e quali tragiche realtà si nascondono agli gli occhi di molti: storie di spose bambine, storie di emigranti, la libertà come espressione di sé stessi, storie di vita nelle quali ognuno di noi possa ritrovarsi; la musica è condivisione di realtà vicine e lontane che, chi ha la curiosità di conoscere, non può non raccontare ed esprimere.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Nel novembre del 2012 viene pubblicato ‘Stanza 219 e altre storie’, un disco che contiene alcune delle canzoni più significative di Tenco e di altri artisti del panorama italiano che mi hanno ispirato come interprete, per lo più rivisitati in chiave jazz.
Nell’aprile 2015 esce il mio primo disco di inediti “Libertà” (Digital Believe) realizzato, scritto e prodotto da Enrico Andreini con i testi di Sandra von Borries. Un viaggio in musica alla ricerca dell’espressione più profonda di se stesso. Un album musicalmente vario ed eclettico che spazia dal folk al jazz fino al rock. Nel disco c’è un brano mai pubblicato prima, composto da Andrea Zuppini su testo di Oscar Avogadro, noto autore di brani celebri di Anna Oxa, Loredana Bertè, Ornella Vanoni. Nel giugno dello stesso anno vengo notato da Red Ronnie e invitato al Roxy Bar Expo dove eseguo, dal vivo, alcuni brani dell’album. Nel luglio 2015 vinco il concorso “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” nella sezione Emergenti con il brano ‘Libertà’. Nel maggio 2016 viene pubblicato ‘Una voce per te’, il nuovo singolo dedicato ai prigionieri di coscienza, coprodotto da Amnesty International Italia e Voci per la Libertà. Il brano è firmato e realizzato da Enrico Andreini con il testo di Sandra von Borries.
Tra il 2017 e il 2018 vengono pubblicati una serie di singoli, alcuni dei quali, “Stella” e “ È questa la notte”, connotati da una forte ispirazione ai diritti umani. Entrambi i video delle canzoni si sono aggiudicate al Biella Festival Music Video 2018 e 2019 la circuitazione e l’opportunità di essere proiettati nelle sale cinematografiche.
Nel 2019 esce il mio primo vinile “Nell’attesa di un bacio” prodotto, arrangiato e missato da Alberto Lombardi per Belairstudio Produzioni Musicali. Il disco apre una nuova fase artistica attraverso sonorità più ‘ruvide’, pur rimanendo fedele alla musica d’autore e alla musica pop.
Nell’ottobre 2020 esce con l’etichetta AlfaMusic di Roma, “QUESTIONE DI CORDE”, un viaggio tra le note ed i ricordi di quelle emozioni e quegli stati d’animo di oltre 30 anni fa, racchiusi in canzoni che hanno fatto da cornice alla mia infanzia e a cui ha voluto rendere omaggio, con la maturità di oggi, interpretandole a modo mio. Compagni di questo viaggio musicale, sono Enrico Zanisi, uno dei pianisti più talentuosi della sua generazione nell’ambito del jazz italiano e Alberto Lombardi alla chitarra, produttore e arrangiatore dell’intero disco.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Ne penso bene, nel senso che credo ci sia stata un’evoluzione come del resto ogni periodo musicale ha a avuto la sua, ci sono brani interessanti e artisti che hanno da dire molte cose. Il problema oggi è che lo streaming ha permesso a chiunque di proporre qualcosa, e nel mare di proposte però la gente fatica a destreggiarsi e a capire cosa è di qualità e che cosa non lo è, c’è tanto e troppo; le produzioni seguono la moda del momento e non sempre nel rispetto della qualità, ma sono convinto che si stia lentamente ritornando a fare musica con maggiore cura e soprattuto torneremo molto prima di quanto si pensi alla musica suonata e non solo campionata, tutto ritorna: è così per la moda, per il cinema, e non vedo perché per la musica dovrebbe essere diverso.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Vi consiglierei di ascoltare la mia produzione in toto, dagli inediti agli album di cover, ogni disco è un mondo a sé e soprattutto una vocalità diversa, al servizio delle parole e della musica: io preferisco definirmi interprete, non un cantante, la voce al servizio delle parole, espressività è la mia chiave di lettura ed è l’unica che mi permette di emozionarmi. Apparentemente interpretare e cantare potrebbero sembrare la stessa cosa, in realtà sono due modi diversi di trasmettere un messaggio.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Lo sto vivendo con grande difficoltà e sofferenza, come del resto la maggior parte delle persone che vivono di musica: nessun concerto ed evento, album che escono ma non hai la possibilità di promuoverli live e per uno come me che trova la sua massima espressione dal vivo è davvero una sofferenza.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
In realtà al momento sono molto concentrato sulla promozione di questo brano che è uscito da poco, preannuncia ad un nuovo disco che riserverà molte sorprese e qualche conferma. Però è vero, hai intuito del fermento intorno a me, sto per iniziare una cosa nuova della quale però mi sembra prematuro parlare, sono abbastanza scaramantico. Una cosa davvero bella.