Straordinaria intervista oggi alla band LIBERTANGO 5TET, formazione poliedrica che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro I’LL BE THERE, leggiamo con curiosità l’intervista alla band LIBERTANGO 5TET, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica dei componenti, la formazione LIBERTANGO 5TET ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Stefano Dentice, TRP Music, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band LIBERTANGO 5TET!
1. Com’è nata vostra la passione per la musica?
Pur provenendo da contesti diversi, la nostra passione è figlia della meravigliosa, lunga ondata musicale degli anni Ottanta.
2. Come descrivereste la nascita di I’LL BE THERE?
I’ ll Be There è un brano fortemente introspettivo che nasce come dedica all’amore più potente dell’universo, quello della Madre.
3. E com’è nato il videoclip di questo secondo singolo?
Il videoclip ha voluto ricreare, attraverso un occhio che plana tra bellissime immagini di paesaggi naturali, una simbolica similitudine tra i diversi concetti filosofici di “Madre”.
4. E la genesi dell’album da cui è tratto?
L’ idea di partenza dell’album è un concept sulla vita e la morte, attraverso l’inevitabile susseguirsi di momenti dolorosi ed altri gioiosi. Tra I’ll be There ad Alysia’s Dance è contenuto lo spettro delle umane emozioni.
5. Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni. Vorremmo conoscere la vostra storia, tutto il vostro percorso.
Come detto in precedenza, siamo musicalmente figli degli anni Ottanta, fecondi di creatività e progetti musicali di grande coraggio. Ognuno di noi ha alle spalle anni di studi assidui e appassionati, non sempre ripagati e gratificanti, ma non per questo meno importanti e significativi. La poetica del gruppo ci ha sempre tenuto uniti: cercare di fare musica di qualità, contro ogni capriccio di mercato – e questa coerenza ci ha regalato non poche soddisfazioni.
6. Quali sono le vostre influenze artistiche?
Certamente Piazzolla e il Nuevo Tango, all’inizio. Ma anche Weather Report, lo choro brasiliano, la musica classica e un pizzico di follia tutta nostra.
7. Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Abbiamo avuto due ospiti d’eccezione nei nostri album, il pianista Alberto Alibrandi e la cantante danese Clara Vuust. Inoltre, andiamo fieri di alcuni “fan” d’eccezione, che lungo questi anni ci hanno sempre incoraggiato, fra tutti Ralph Towner e John Scofield.
8. Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
La musica parla un linguaggio diverso a ciascun ascoltatore, fornendo spunti di riflessione diversi a ognuno. Ci piacerebbe che la nostra musica potesse servire a regalare momenti di serenità a chi la ascolta.
9. Parliamo delle vostre pregiate esperienze concertistiche?
Senz’altro i concerti che abbiamo tenuto in Danimarca, dove riceviamo sempre un’accoglienza speciale. Ugualmente indimenticabili i concerti a Segesta, Selinunte, Bergamo alta, Chiesa dello Spasimo, Ciminiere di Catania..
10. Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Domanda complessa che non si può evadere in poche battute. Forse assistiamo ad un’eccessiva “istituzionalizzazione” della musica, che fatalmente corrompe il processo creativo. I musicisti “liberi” sono fatalmente destinati all’estinzione, senza strategie di marketing e/o di protezione politica.
11. Oltre al lavoro in promozione, quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Naturalmente tutti gli altri brani dell’album!
12. Come state vivendo da artisti e persone questo periodo del covid-19?
Siamo cinque musicisti a tempo pieno, pienamente consapevoli della difficoltà che la nostra scelta comporta, per noi e le nostre famiglie. La pandemia da un lato ci ha tolto lavoro, ma dall’altro, paradossalmente, ha reso ancora più preziosa e dignitosa la nostra scelta di vita.
13. Quali sono i vostri sogni nel cassetto?.
Comporre, registrare, provare e suonare!