Con grande piacere diamo il benvenuto a Matteo Maione, musicista poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro AD UN METRO DI DISTANZA, leggiamo con senso di empatia l’intervista a Matteo Maione, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Matteo Maione si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Matteo Maione!
Com’è nata tua la passione per la musica?
La passione per la musica è nata da bambino attraverso il pianoforte; da lì è cominciato tutto, si è aperto un mondo di suoni ed emozioni che mi hanno da subito travolto e accompagnato fino ad oggi. Ho cercato sempre di comporre melodie, non mi accontentavo solo di riprodurre quelle di altri cantanti o gruppi musicali che mi hanno sicuramente influenzato; sono sempre stato alla ricerca di una mia espressione musicale e sonora che attingesse sia dalla grande tradizione cantautorale italiana (Dalla, Battisti, De Gregori, Battiato, etc.) sia dai grandi nomi della musica straniera (Pink Floyd, David Bowie, Cure, Talking Heads, etc.), fino all’elettronica e alla World Music; un sound insomma, frutto di tutte queste contaminazioni sonore, attraverso il quale comunicare i miei stati d’animo, le mie più profonde e nascoste sensazioni.
A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per AD UN METRO DI DISTANZA?
È stato dunque così anche per “Ad un metro di distanza”; in un momento personale di paura e solitudine, ho trovato la forza, attraverso la musica, di superare quei turbamenti, trasformandoli in un messaggio di speranza; perché in fondo è questo che dovrebbe fare un’musicista, mettersi in gioco totalmente, riportare agli altri i pensieri, le suggestioni e i sentimenti più intimi.
E com’è nato il suo corto?
Riguardo al corto è stato un lavoro che è andato di pari passo con la musica; ho raccolto immagini dalla rete che potessero esprimere il più possibile la realtà di quello che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo, la pandemia, la distanza tra le persone, cercando di trasformare l’esperienza personale in una più generale, anzi in questo caso globale.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Rispetto alle esperienze di live, concerti o collaborazioni musicali sono alla mia prima esperienza di cantautore, ma uno dei miei obiettivi principali è proprio quello di poter un giorno esibirmi e condividere con altri artisti la mia vitale passione per la musica.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Riguardo alla scena musicale italiana non so se cambiare possa significare sempre migliorare; credo che esistano degli ottimi artisti come Silvestri, Gazze’, Fabi, Caparezza, che hanno saputo finora esprimere bene le aspettative e i cambiamenti sociali degli ultimi anni, dimostrando coraggio e fiducia nel presente.
E la collaborazione nel lavoro in promozione?
Il lavoro di promozione con la Red@Blue è nato attraverso la mia etichetta, la Joinformusic, che ha prodotto il mio primo componimento e produrra’ anche i prossimi due; sono molto felice di farmi accompagnare da loro in questo bellissimo viaggio, non solo musicale.
Come stai vivendo da musicista e persona questo periodo del covid-19?
Riguardo a come sto vivendo, da musicista e persona, questo periodo del covid, credo che questa track sia la testimonianza più diretta e profonda del mio pensiero e delle mie sensazioni.
Progetti a breve e lungo termine?
Rispetto ai progetti futuri ho in cantiere altri due brani che usciranno presto e sicuramente c’è anche il desiderio forte di realizzare un album con il quale poter tracciare un percorso più completo di ciò che mi sono prefissato fin dall’inizio.