Classe ’97. Nato a Milano, vivo a Roma da quando ho otto mesi, ma tifoso accanito della Fiorentina. Vissuto per un anno in Australia per poi tornare, fare il Linguistico e poi tre anni di Accademia all’Officina P.Pasolini di Tosca.
Appassionato di song d’autore fin da piccolo. Mi vestivo da Rino Gaetano in prima media per cantare in playback. A 6 anni, a “Chi ha incastrato lo Zio Jerry” , nominai De Gregori in opposizione a Ci Son Due Coccodrilli quando la Hunziker mi chiese il componimento preferito.
Amante di edicole, pub, manifesti, copertine della Blue Note, stadi e osterie.
Politicamente credente dell’anarchia delle locande. Un mix fra un ipocondriaco asociale e un hooligan.
Esordito come attore a Teatro con “Le belle Notti” e poi proseguito con serie televisive e film (Non c’è campo, Che dio ci aiuti, Don Matteo, Scomparsa ec..)
ma la vera passione è quella per la sceneggiatura che fa parte del mio amore per la scrittura. Un film scritto nel cassetto dove c’è sempre musica di mezzo: il buon jazz.
Scrivo canzoni da qualche anno. Ho pubblicato tre singoli su Spotify: Pienodipanico, Brigitte Bardot e Monologo al Bancone. Altri esperimenti di questi anni sono su Youtube.
Lavoro con un team di amici che condividono diverse passioni: dalla fotografia alla grafica e da anni portiamo avanti progetti.
Finalmente è in uscita il primo disco. Ha già cambiato dieci titoli e venti tracklist. Ora dovremmo esserci. Si chiama “Pulp” ed è un magazine che racconta tante storie e un grande viaggio che comincia al bancone.