“Ognuno ha la sua Voglia” Il nuovo album CantautoRap di Guglielmo Lai

“Ognuno ha la sua Voglia” Il nuovo album CantautoRap di Guglielmo Lai

Fuori dal 30 luglio “Ognuno ha la sua voglia”, il nuovo album di Guglielmo Lai. Dieci tracce che mescolano rap old school, cantautorato e ironia dissacrante, in un viaggio musicale autentico e indipendente.



Un disco che racconta storie di tutti i giorni da brani che parlano più di incontri d’amore come “1:58” o “Normanna”, mentre altri sono incentrati sulla musica e le difficoltà di essere un emergente, ad esempio in “La Sostanza”. Un progetto ricco di sfumature che unisce metrica rap in stile golden age e la cura lirica tipica del cantautorato italiano dando vita a un’identità musicale originale e difficilmente etichettabile. Non mancano anche influenze reggae che rendono i brani ballabili e accattivanti.

Guglielmo Lai scrive con una penna autentica e tagliente. Le sue strofe alternano profondità emotiva a umorismo spontaneo e a tratti demenziale, anche se, precisa, “quando scrivo sono serissimo”. Un’ironia che è parte integrante del suo carattere, e che si riflette nei testi, rendendoli freschi, accessibili e spesso irresistibilmente cantabili già dal primo ascolto.

Il disco è stato prodotto insieme a Gabriele Ciullo, noto polistrumentista e arrangiatore salentino, e registrato, mixato e masterizzato da Luigi Cariddi, fonico ufficiale e figura chiave nella produzione della band Crifiu.



TRACK BY TRACK



1. Qualcosa di più. Brano d’apertura dotato di un ritornello fortissimo, probabilmente il più pop del disco per struttura e arrangiamento. La chitarra acustica ritmica e una batteria incalzante accompagnano il desiderio di qualcosa di più rispetto agli obiettivi materiali e frivoli che la società ci impone.

2. Normanna. Il “colpo di testa” del disco: una canzone estiva, da volume a palla quando passa in radio. Parla di un amore giovane verso una ragazza dai capelli ricci e ramati, che la fantasia di Guglielmo immagina discendente dai Normanni, il popolo vichingo che un tempo colonizzò il Salento.

3 C vrimm. (“Ci vediamo”, in dialetto campano). Brano dalle sonorità noir old school che racconta la difficoltà di un amore a distanza. L’autore descrive l’incontro improvviso con la ragazza nella sua terra, con versi amari e taglienti. Il pezzo non ha un vero ritornello, sostituito da un tema malinconico di chitarra, ma brilla per intensità lirica, con il finale amaro: “Guarda, non ti ho scritto più perché ho perso la SIM… è stato bello rivederti. C vrimm.”

4. La sostanza. Il brano più cattivo e rap dell’album. Su sonorità urban, Guglielmo denuncia il vuoto della società contemporanea, accentuato dai social. Il messaggio è diretto e potente: *“Non sono i soldi né il successo né il lavoro che fa di un uomo la sua forza, la sua dignità. Ciò che conta, alla fine, è la sostanza.” Partecipazione vocale toccante della madre nel finale, questo è il singolo attualmente in promozione radiofonica.

5. Gemelli. Il segno zodiacale dell’autore diventa pretesto per raccontare un amore passato, in cui il suo essere “Gemelli” è stato compreso e amato: “Ti dico che sono Sansone, ma poi vado a tagliarmi i capelli. Mi dici “sei così incoerente perché sei nato Gemelli” ” . Una confessione sincera e malinconica, quasi un mea culpa con il cuore in mano. Il finale straziante, con i cori sotto l’urlo “Da quando non ci vediamo più”, è tra i momenti più emotivi del disco.

6 Brutta bestia. Il brano più breve del disco (1 minuto e 20), ma anche uno dei più esplosivi. Un reggae spaccone che si trasforma in un dissing contro un’invidiosa “brutta bestia”, un riferimento sia alla persona che al sentimento stesso. Un grido liberatorio da cantare a squarciagola.

7 1e58. Brano autobiografico dal sapore vintage, con un arrangiamento che richiama gli anni ’50–’60 e l’universo delle pin-up. Racconta la prima storia d’amore dell’autore, tra ironia e delicatezza “Le prime volte a casa mia, prime lezioni di anatomia”. Stile inconfondibilmente “guglielmesco”: diretto, giocoso, incalzante.

8 Quercia. Il brano più introspettivo. Una dedica commossa a una figura forte e costante nella vita dell’autore, rappresentata come una “Quercia”. È il padre, raccontato con affetto e umorismo: “Esperto organizzatore di grigliate, con quei personaggi in campagna d’estate” e ancora “Tu che nella tua vita ne hai fatte tante… lo avresti mai scommesso che avrei fatto il cantante?” Un momento sincero e universale.

9 La Voglia. La title track, emblema dello stile di Guglielmo Lai. Un ritmo reggae semplice accompagna un racconto romantico, ironico e sincero, in cui la figura femminile viene esaltata e l’autore ammette (almeno nelle canzoni) i propri errori. Culmine di ironia e demenzialità, con un finale spiazzante:“mi son divertito ho fatto quello che ho voluto eppure… non lo avrei mai detto ma, è ancora qua… la Voglia.”

10. Su misura. Probabilmente il brano più “sanremese” del disco. Parte piano e voce, poi cresce su un ritmo rap dove Guglielmo sa dare il meglio di sé: “Un giorno con te ha il sapore di Pasquetta: divertimento sano, senza droghe, senza fretta.” Le rime sono incalzanti, il ritornello è orecchiabile e l’arrangiamento strizza l’occhio alla black music anni ’90. Il finale, con i cori struggenti di Gabriele Ciullo e un acuto mozzafiato, chiude l’album con un grido: “Guardami! Sono su misura per te!”

Ascolta su Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/album/7dT43j13UXYlrKieeWARFG