MaNiA è una storia di fratellanza, di amicizia e di amore ancestrale. Non sappiamo se vi sia mai capitato di vivere una cosa come se dentro di voi fosse già scritta, come se da qualche parte nel vostro cuore o nella vostra pancia fosse già esistita, beh, MaNiA c’era già da prima ed era nel segno di queste quattro vite.
Questo entusiasmante racconto oggi possiamo leggerlo in questa intervista, che il gruppo ci ha concesso con grande piacere e cortesia. Avremo anteprime, storie e retroscena di come questo gruppo fuori dal comune riesca a produrre ottima musica, che in ordine cronologico si concretizza nella promozione del brano “Che giorno è”, e a farci sognare col suo stile particolare e coinvolgente.
Com’è nata la passione per la musica?
Dovete sapere che io e Jacopo, chitarrista della band e non solo aggiungerei, siamo fratelli. Iniziare a suonare insieme fu una intuizione di Mamma per farci crescere più vicini, ma credo che nemmeno lei potesse immaginare che la musica ci avrebbe reso da lì a poco una cosa sola. Iniziammo quindi da bambini a scrivere canzoni con le chitarre di Papà.
Cosa significa e com’è nato il nome “MaNiA”?
Ho la netta sensazione che la scelta del nome sia sempre stata una parte complicata per ogni progetto che si rispetti, tanto da averci passato ore e ore tutti insieme, ognuno scrivendo su svariati fogli di carta le proprie idee, fino a quando una nostra cara amica, in una serata di chiacchiere e qualche drink in saletta, se ne esce con questa frase: “Ascoltando i vostri testi e perdendomi completamente nelle vostre melodie ho avuto la sensazione che mi steste raccontando dei lati più nascosti di ogni essere umano, le loro Manie…” Da qui si sviluppa anche l’idea del nostro logo.
Come è stato concepito il singolo “Che giorno è”?
“Che giorno è” nasce al pianoforte per prendere a poco a poco le sembianze di un treno confortevole e sicuro su cui viaggiare grazie all’ importante collaborazione con il nostro produttore Roberto Vernetti.
Sai!… Non è sempre semplice esprimere ciò che si prova a parole e questa è una canzone che racchiude quello che spesso non abbiamo il coraggio di dire. È una canzone che parla dei sentimenti e che contiene le immagini e i colori che si disegnano dentro di noi nei periodi d’amore… Un brano scritto al futuro per fa si che rimanga nel tempo e che lasci sempre le porte aperte anche a chi non sta vivendo questo meraviglioso sentimento.
E com’è nato il Vostro videoclip?
Il videoclip nasce da un’idea del nostro caro amico e professionista Marco Morona che salutiamo con affetto! Devo dire che riguardandolo bene abbiamo centrato a pieno la nostra idea iniziale, cioè quella di creare qualcosa che fosse ricco emotivamente e pieno di quella voglia così verticale di stare insieme che in questo periodo storico tutti sentiamo in modo molto accentuato. Abbiamo vissuto l’isolamento al fronte della prima ondata della pandemia, quando la zona rossa era la nostra Codogno, oramai famosa in tutto il mondo! È stato un periodo di forte riflessione e ne abbiamo approfittato per mettere in fila tanti pensieri, ma sempre con il desiderio di stare insieme senza rischi né patemi e soprattutto condividere. Ecco allora che sono stati raccolti centinaia di video inviati in modo spontaneo dalle persone che sostengono il progetto MaNiA in “un tripudio di emozioni condivise”.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
In realtà non è proprio un album, ma il nostro secondo EP dal titolo 4, contenete quattro tracce più una bonus track che si può ascoltare solo esclusivamente su LP. Si! Oltre alle più importanti piattaforme digitali, ci siamo tolti lo sfizio di stampare un bel Vinile!
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Ci tengo particolarmente nel dire che siamo proprio una di quelle band che si è formata partendo da una voglia comune di esprimersi scrivendo canzoni inedite fin da subito, trovandosi più volte a settimana in una stanza riscaldata da una stufa da campeggio a gasolio. Con il tempo, oltre ad essere passati ad una stufa a legna, abbiamo avuto una evoluzione compositiva e di scrittura che ci ha portato al lavoro che potete ascoltare oggi. Sembrerebbe tutto facile, ma vi assicuro che non é stato così! Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni, contornate da momenti anche molto difficili…. Fa parte del gioco no?!
Quali sono le influenze artistiche?
Mi chiedo ancora a distanza di anni come sia possibile che quattro persone come noi, che hanno estrazioni musicali così differenti una con l’altra, siano in grado di arrivare ad un risultato comune! Scherzi a parte, siamo semplicemente tutti legati da un amore infinito per la musica da quando siamo bambini, quindi quando mi chiedete quali sono le nostre influenze mi viene spontaneo accertarmi prima che possiate fermarvi almeno fino a domattina. [Ride]
Quali sono le collaborazioni musicali?
Per il momento abbiamo avuto la possibilità di collaborare in studio appunto con il nostro produttore attuale Roberto Vernetti e per il lavoro precedente con la supervisione del Frontman dei Planet Funk, Alex Uhlmann. Anche qui, dovremmo aprire un libro delle dimensioni della trilogia de Il Signore Degli Anelli per farvi capire con quali artisti ci piacerebbe scrivere una canzone. [Ride]
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la musica?
La bellezza della musica, ma anche di qualsiasi altra forma d’arte, risiede nella potenzialità di poter esprimere qualsiasi concetto! Si può parlare dei propri genitori, delle situazioni che si vivono, di una chiacchierata al bar, di una importante decisione di un nostro amico… Davvero di qualsiasi cosa. Credo che quello che fa poi la differenza è essere veri in ogni parola, ogni giro di accordi!
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Diciamo che abbiamo sempre cercato, nonostante le difficoltà che il tessuto dei locali che propongono musica dal vivo sta affrontando oramai da decenni, di fare del live il nostro pane quotidiano. Ci siamo tolte delle belle soddisfazioni, dalla finale Nazionale del Festival di Piombino, alla vittoria della venticinquesima edizione del Rock Targato Italia… Lo dico?! Si lo dico dai! [Ride] Siamo stati selezionati tra 12000 artisti per la finale regionale di Sanremo rock di questo anno, quindi ce la metteremo tutta per arrivare calcare il palco dell’Ariston.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Io credo che l’underground musicale italiano sia sempre stato importante e floreo. Abbiamo potuto godere di grandi artisti e grandi musicisti, invidiati da tutto il mondo. Pensateci bene! Io ogni volta che viaggio e visito le nostre città rimango folgorato da quanta bellezza, da quanta arte mi gira attorno. Vogliamo parlare delle tradizioni folkloristiche di ogni regione?
Avremmo delle potenzialità enormi, ahimè poco sfruttate forse per questa cultura usa e getta che si è potenziata in questi ultimi decenni. La musica non ne è stata certo esente, quindi questo cercherei di migliorare: Dare più importanza al cammino artistico rispetto al contorno!
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Come si dice ogni Scarrafone è bella’ ‘a mamma soja. [Ride]
Vi consiglio di ascoltare tutto il nostro ultimo sforzo discografico, 4, che trovate su tutte le piattaforme digitali, perché credo che traspare la nostra voglia di esprimere concetti ed emozioni in un modo più diretto e libero. Questo è un concetto molto importante perché quando scrivi esprimi te stesso, esprimi la quotidianità, le emozioni anche di chi in qualche modo tocca la tua vita e se non si è veri tutto questo può risultare una banalità!
Come state vivendo da artisti e persone questo periodo del covid-19?
La situazione per chi fa della propria arte un lavoro devo dire che è molto complicata! Questa pandemia purtroppo ha colpito molti settori interi e se ragioniamo un attimo, l’immaginario collettivo vede solo le difficoltà che sta attraversando la punta dell’iceberg, cioè noi artisti! Attorno al mondo musicale ruotano tante figure professionali, che poi sono padri e madri di famiglia, figli che vogliono crearsi basi solide per il proprio futuro, imprenditori che offrono posizioni lavorative. Però credo che proprio in questi momenti di difficoltà nascono nuove idee, si creano nuove possibilità, si ritrovano determinati valori e a volte anche se stessi. Per noi ad esempio tutto questo caos ci è servito non solo per fare un programma dettagliato per questo nuovo anno, ma per stare vicino ancor di più alle persone che ci seguono dai primi giorni e capire cosa volessero da noi sia come persone sia come componenti di una band.
Quali sono i programmi futuri?
Oltre a questo lavoro, usciremo nel periodo estivo con altro brano estratto dal nostro EP, per chiudere l’anno con un ulteriore singolo, entrambi con relativo videoclip. Nel frattempo, nonostante questa pandemia che sembra non abbia ancora un fine purtroppo, stiamo completando il secondo brano del nostro prossimo sforzo discografico. Per il live, abbiamo appuntamenti anche importanti, sperando che si possa ritornare finalmente alla normalità!