Con grande riconoscenza diamo il benvenuto a Nicolò Maggiore , artista poliedrico che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro “Nessuno che sbaglia”, leggiamo con curiosità l’intervista a Nicolò Maggiore , grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, Nicolò Maggiore si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Nicolò Maggiore !
Com’è nata tua la passione per la musica?
È nata molto presto, quando avevo quattordici anni. La musica è stata il mio primo spazio sicuro, un posto dove potevo dire cose che non riuscivo a dire a voce. All’inizio era quasi un rifugio, adesso è diventata la lente con cui guardo il mondo.
Il personaggio può essere una maschera, protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Nicolò Maggiore e il suo personaggio?
Dietro c’è una persona molto semplice. Una persona che sente tutto in maniera amplificata e che ha imparato a usare il palco come valvola di sfogo. Il personaggio non è una maschera in senso rigido: è più una versione ordinata di me, un po’ più sicura di sé.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro “Nessuno che sbaglia”?
È nato da un periodo in cui mi sono sentito sospeso. Guardavo me e chi avevo accanto con tenerezza e frustrazione allo stesso tempo. È un brano che parla dell’imperfezione come condizione umana. Nessuno sa davvero come si fa, ci muoviamo a tentoni, e va bene così.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Per ora no. Ho voluto che la canzone uscisse da sola, senza immagini a guidarla. Mi interessa che chi ascolta possa visualizzare da sé le proprie scene, i propri volti, il proprio modo di sentirla.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Sto lavorando a un nuovo progetto più ampio. “Nessuno che sbaglia” ne è un tassello importante. È un percorso di crescita personale e musicale che si sta definendo passo dopo passo.
Cos’è per te l’arte, la musica?
È un modo di dire la verità senza doverla spiegare. È una forma di connessione. Quando una frase o una melodia risuona in qualcuno, allora ha già fatto il suo lavoro.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Mi lascio ispirare molto sia da artisti italiani che internazionali. Elisa è sicuramente un punto di riferimento, soprattutto per il modo di trattare la voce come materia emotiva. Dall’estero ho assorbito tanto, Amy Winehouse mi ha insegnato la scrittura che scava, che non ha paura di mostrarsi fragile, mentre da Demi Lovato ho preso la forza vocale e quella capacità di dire le cose in maniera diretta. Mengoni e Battisti mi hanno dato invece un senso di melodia e di racconto molto italiano. Alla fine sono un mix di tutto questo, e continuo a imparare ogni giorno.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Vulnerabilità. Il coraggio di mostrarsi senza filtri. La dignità dell’essere imperfetti.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Ho pubblicato un EP nel 2024 dal titolo Cielo Stellato, che è stato un passo fondamentale per trovare la mia identità. Ho portato la mia musica in diversi contesti live, piccoli palchi che però mi hanno permesso di avere un contatto vero con chi ascolta.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Credo che ci sia tanta qualità, ma a volte c’è la pressione a rincorrere ciò che “funziona”. Io credo nella lentezza, nella crescita graduale, nel dare tempo alle cose. Mi piacerebbe che ci fosse più spazio per la spontaneità e meno per la formula.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Occhi Neri. È uno dei brani più sinceri che abbia scritto. Racconta una fragilità che è comune, ma che spesso nascondiamo.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Sto lavorando a nuova musica e a un progetto più maturo, sia nel suono che nei contenuti. È un percorso che mi sta cambiando molto, e non vedo l’ora di condividerlo.