Con grande piacere diamo il benvenuto a S.C.I.O., al secolo Stefano Scioni, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Le prigioni di Jaco, leggiamo con curiosità l’intervista a S.C.I.O., grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, S.C.I.O. ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Brainstorming Music, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a S.C.I.O.!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Ciao e grazie per questo spazio. La passione della musica penso di averla sempre avuta, fin da bambino, quando ascoltavo le canzoni alla radio e con il “mangiacassette” ero pronto a registrare qualche brano che mi piaceva.
Poi ho iniziato a suonare il basso a 14 anni con i miei amici.
Il personaggio può essere una maschera, protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro S.C.I.O. e il suo personaggio,?
In realtà per me forse vale il contrario. Mi sento molto più libero e a mio agio quando suono che nella vita di tutti i giorni. Il vero personaggio è colui che tutti i giorni si alza presto stringe i denti e va a lavorare. Se devo essere proprio sincero è l’atto di scrittura che mi appaga maggiormente. Forse a causa della mia urgenza creativa.
Come è stato concepito il lavoro Le prigioni di Jaco?
Il brano è nato casualmente. Guardando il documentario della vita di Jaco Pastorius. C’è una scena dove il figlio di Jaco racconta di aver visto il padre in stato confusionale mentre vagava nel parco dove ormai viveva da diverso tempo come un barbone. Ho immaginato i loro sguardi incrociarsi. Da qui è nato tutto. Prova per un attimo ad immaginare i loro pensieri in quel momento. Prova ad immaginare il loro stato d’animo. Un figlio che vede il padre in quello stato…ed un padre che probabilmente vorrebbe esprimersi in un modo diverso. Entrambi vorrebbero evadere da quella situazione. Da qui il concetto di prigione, che può essere comunque applicato a diverse situazioni, la prima che mi viene in mente è sicuramente la violenza verso le donne, la violenza psicologica ecc.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Si le prigioni di Jaco é uscito con un video, le immagini sono un collage tra quelle del videomaker russo Cotombro e delle fotografie fatte da me. Il bravissimo Garmo Mandica poi ha pensato al montaggio ricreando in maniera splendida la mia visione di prigione. Nel video una ragazza cerca di evadere dal suo incubo. Garmo è stato un valore aggiunto impagabile e lo ringrazio molto per il lavoro fatto.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Questa domanda arriva proprio al momento giusto. Si ho deciso oggi stesso che farò un disco. Ecco guarda che esclusiva che ti dò 🙂
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Quando avrò esordito veramente poi ti risponderò meglio…
Quali sono le tue influenze artistiche?
Io ascolto veramente di tutto…
Sicuramente si sente anche nei brani la mia derivazione noise dovuta ad un ascolto compulsivo dei Sonic Youth, ultimamente sto ascoltando Slift, Leprous, Bar Psychosis.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Si ci sono in programma delle collaborazioni ma per ora non è ancora niente di definitivo.
E la collaborazione con Brainstorming Music nel lavoro in promozione?
Brainstorming è una realtà che mette la sua esperienza a favore dei suoi artisti ed è sempre molto piacevole collaborare con loro. Non solo per il lavoro che si può vedere ma anche per la vicinanza intellettuale.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Innanzitutto la musica mi ha permesso di capire che c è sempre un fiore che si può cogliere anche quando attorno hai solo deserto. Se qualcuno potesse attraverso la mia musica avere una chiave di lettura o semplicemente stare bene… ne sarei felicissimo.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Come SCIO sto esordendo…quindi rifammi pure la domanda più avanti.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Io parlerei della retroscena musicale Italiana. Perché la scena… vive già nel mainstream. La retroscena è molto calda, ci sono realtà che hanno una pazza voglia di urlare la propria musica. Ne approfitto per ringraziare chi in questo tempo si è sempre sbattuto con i propri canali You tube ecc a divulgare gruppi poco conosciuti o comunque non in prima linea. Il nostro maestro guru Enrico Silvestrin per primo e nomi meno noti come Cristiano Lucidi di About Grunge e Massimo Minelli di Bridge 9 studio che solo con la forza della passione stanno dando comunque una possibilità di visibilità a realtà come può essere la mia di avere un piccolo spazio. Cosa cambierei?? Lascio la risposta in mano a chi vive di sola musica, avendo sicuramente il polso della situazione in maniera più completa rispetto a me che tiro avanti con un altra professione.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Ti lascio scegliere dal mio canale You tube, poi mi dirai tu quale preferisci.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Umanamente malissimo per la sofferenza che ha portato questa tragedia nel mondo, e per le conseguenze che ci trascineremo.
Da appassionato di musica ( lascio la parola artista da parte) bene… perché mi ha dato il tempo di creare, sperimentare.
Progetti a breve e lungo termine?
Ora sto lavorando per migliorare la mia impostazione sullo strumento grazie alla guida magnifica del maestro Andrea Torresani che ringrazio per la disponibilità e pazienza nel cercare di trasferirmi il suo sapere. Poi con il mio “angelo custode” Alessandro Zaccheroni proseguo il lavoro sul progetto SCIO. Stiamo registrando altri brani.
A lungo termine il live è l obiettivo finale.
Grazie mille per questa intervista.