SOLOSALVO è nato e cresciuto in un piccolo paesino in provincia di Lecce, forse troppo piccolo, per chi, come lui sogna in grande. Per questo dopo aver fatto la maturità si è trasferito a Milano per inseguire la sua passione, la musica. Oggi ci racconta del suo percorso e di come il suo talento stia trovando spazio, anzitutto grazie al singolo in promozione dal titolo “Dalla parte del manico” che ci racconterà successivamente. Un grande in bocca al lupo a questo nuovo e giovane talento e grazie per il tempo concessoci!
Com’è nata la passione per la musica?
Credo sia una cosa che si ha sin da piccoli, io, ad esempio, all’età di 5 anni cantavo, facevo mini concerti alle feste di famiglia, o ai vari concorsi canori che organizzavano nel mio paesino, però ho capito che era fondamentale nella mia vita in prima media, quando la mia professoressa di educazione musicale ci fece cantare una canzone per conoscerci, e mi disse :”bravo, dovresti prendere delle lezioni di canto”. Così ho ascoltato il suo consiglio e ho iniziato a studiare.
Cosa significa e com’è nato il nome “Solosalvo” e il suo personaggio?
Cercavo un nome che mi rappresentasse al massimo, senza però modificare il mio, quasi tutti mi chiamano salvo, è raro che qualcuno mi chiami Salvatore, solosalvo rappresenta ciò che sono, un ragazzo semplice, che ha voglia di sognare, ma che rimane sempre con i piedi per terra.
Com’è stato concepito il singolo “Dalla parte del manico”?
Nasce dalla collaborazione tra Fabio Serri, Lorenzo Moccia e Mattia Mitrugno, che hanno dato vita a questo brano perfettamente cucito addosso a me, con dei contenuti non necessariamente autobiografici ma di grande impatto per tutti coloro che almeno una volta si sono trovati “Dalla parte del manico”.
E l’album da cui è stato estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Al momento mi sto concentrando sul brano, pero chissà, magari in futuro ci sarà tempo per programmare un album.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Sono ancora all’inizio, e già mi fa strano fare quest’intervista, non mi aspettavo tutta questa approvazione. Il singolo sta andando molto bene, ho ricevuto molti consensi positivi da parte del pubblico e spero questo sia solo un punto di partenza per un percorso artistico più ampio.
Quali sono le influenze artistiche?
Ascolto maggiormente musica pop, però non escludo altri generi musicali, per aggiungere una canzone alla mia playlist devo sentire quel brivido che mi percorre il corpo, ed è fatta.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Non vanto ancora di un curriculum vasto dato che ho iniziato il mio percorso artistico da poco tempo, la mia unica collaborazione, al momento, è solo con la Greylight Records.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Sicuramente la semplicità di un ragazzo di 21 anni, la spensieratezza che questi anni portano con sé, pero anche la consapevolezza che lì fuori non tutti sono tuoi amici, l’amore e poi tutto quello che il futuro mi riserva, ogni canzone, nasce in un momento particolare, che poi la musica ti aiuta a raccontare.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Sicuramente questo è un periodo che ha cambiato le nostre abitudini, ed è vero ad oggi i live sono delle esperienze pregiate, l’affetto e il calore del pubblico è importante, io credo influisca per il 90% sulla performance. Detto questo ogni esperienza di palco credo sia preziosa per il percorso di un artista, perché lo aiuta a prendere sicurezza in sé stesso, a credere nella propria musica e, non per ultimo, a far arrivare la sua personalità e il messaggio delle sue canzoni in modo diretto.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La musica in generale è in continua evoluzione, e parlando di musica italiana, posso dire che si è portata avanti con il tempo, sicuramente ogni epoca e ogni periodo storico porta con sé dei cambiamenti enormi, credo però che si senta molto spesso il bisogno di commercializzare in maniera estrema un brano, molto spesso risparmiando sul contenuto, invece io sono fermamente convinto che per la realizzazione di un ottimo lavoro servano entrambi le cose.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Posso dire di essere fortunato, perché oggi sono qui a parlarne, e questo vuol dire che sto bene. È stato un periodo brutto per tutti, ha rovinato i piani a tanti di noi, credo che ci abbia fatto riflettere sulle cose belle che la vita ci dà, sull’importanza degli affetti, delle persone care, sulla fortuna che abbiamo ad esistere. Probabilmente questo virus ci ha tolto tanto, ma allo stesso tempo ci ha dato altrettanto.
Quali sono i programmi futuri?
Sono una persona molto scaramantica e non mi piace fare programmi a lungo termine, ogni cosa accade a suo tempo, spero di poterci ritrovare e poter parlare, più avanti, dei nuovi progetti che faranno parte del mio futuro.