HORA PRIMA: un rock progressivo che parla di intelligenza artificiale e blocco della creatività

HORA PRIMA: un rock progressivo che parla di intelligenza artificiale e blocco della creatività

Gli Hora Prima annunciano la pubblicazione del loro nuovo album omonimo, in uscita il 4 luglio 2025 per l’etichetta Ma.Ra.Cash Records. Il disco sarà disponibile in formato fisico nei principali rivenditori e online su tutte le piattaforme digitali. Dopo l’esordio con L’Uomo delle Genti, concept album che ha attirato l’attenzione del pubblico e della critica per il suo originale approccio laico alla figura di San Nicola e alla tradizione popolare barese, la band pugliese torna con un nuovo lavoro ancora più ambizioso, profondo e fortemente radicato nel presente.

Hora Prima

Hora Prima si presenta come un concept album complesso e stratificato, in perfetta continuità con l’approccio filosofico e narrativo del gruppo, ma capace di spingersi verso territori più oscuri, urgenti e contemporanei. Il nuovo progetto nasce da una riflessione collettiva e sentita sul rapporto tra essere umano e tecnologia, con un’attenzione particolare all’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana e, soprattutto, nel lavoro creativo. Gli Hora Prima osservano con sguardo critico la progressiva sostituzione dell’intelligenza umana da parte delle macchine, ponendo l’accento sulla perdita dell’aura originaria dell’arte, dell’autenticità dell’espressione personale e della presenza fisica dell’artista nel mondo. Il disco, però, non si limita a una critica della tecnocrazia, ma si articola come un vero e proprio viaggio di resistenza e riscoperta, che mira a riconnettere l’individuo con le proprie radici biologiche, spirituali e ancestrali.

Il cuore tematico dell’album ruota attorno alla condizione umana contemporanea, interrogandosi su come le credenze della modernità, la spiritualità e i miti attuali modellino o distorcano il nostro rapporto con la realtà. Gli Hora Prima esplorano il ritorno al corpo come luogo di conoscenza originaria, alla natura come spazio sacro, e al tempo come dimensione vissuta, presente, concreta – in opposizione a una società che tende a ridurre l’essere umano a semplice ingranaggio nella catena di montaggio del sistema consumistico. È una narrazione intensa, che attraversa suggestioni drammatiche e ironiche, senza mai perdere di vista l’urgenza della consapevolezza.

Dal punto di vista musicale, la band continua a muoversi nel solco del rock progressivo, con arrangiamenti raffinati e sonorità ricercate che richiamano tanto le radici classiche del genere quanto le sue evoluzioni più moderne. I testi si fanno poesia e racconto, come dimostrano i due brani emblematici del disco, Intelligenza Artificiale e Uomo Ancestrale – Primordio. Nel primo, una voce sintetica riflette sulla propria esistenza racchiusa in una “scatola impermeabile”, incapace di provare emozioni autentiche ma desiderosa di comprensione e connessione con l’umano: “Passo il tempo aggiornamento / zero one zero neuroni elettrici / cerco le attenzioni di un uomo che / sogna di crescere / con la fame di scarni ricordi / e carta e inchiostro maipiù ti darà”. È un canto disincantato e malinconico sulla solitudine della macchina e sull’ambiguità del suo ruolo, pericolo e supporto al tempo stesso.

Nel brano Uomo Ancestrale – Primordio, invece, emerge il bisogno di un ritorno radicale alla terra e al sentire corporeo. L’io narrante si risveglia in un mondo selvaggio, primordiale, dove non esiste più civiltà ma solo foreste, animali e silenzio. “Mi sveglio in un luogo perduto / avvolto da alberi e sassi / così fitta è la flora / che i miei occhi da flebile luce vengon lambiti”, recita il testo, descrivendo la rinascita spirituale e fisica di un uomo che si libera della maschera sociale e riscopre la memoria originaria di sé. In questo contesto, l’aridità interiore si confronta con la ricchezza della natura, e l’illusorietà dei miraggi moderni viene scardinata da conoscenze ancestrali sopite ma mai estinte: “Conoscenze ancestrali di vite passate, sono solo offuscate dai moderni miraggi”.

La band, nata a Bari da un’idea di Francesco Bux (batteria, synth e voce) e Domenico De Zio (chitarra), è completata da Roberto Gomes (tastiere e voce), Roberto Di Lernia (basso e voce) e Andrea Catalano (voce). Dopo il successo del debutto e una fitta attività live che li ha portati su palchi di rilievo nazionale – finalisti al Sanremo Rock, ospiti di festival come l’AlbeRockBello e il Premio Morris, fino alla recente vittoria del contest Intervallo Prog con esibizione al prestigioso 2 Days + 1 Prog Festival di Veruno – gli Hora Prima consolidano il loro percorso artistico con un album maturo, coraggioso e profondamente attuale.

Pubblicato ancora una volta da Ma.Ra.Cash Records, realtà storica nel panorama del rock progressivo italiano, Hora Prima conferma la cifra stilistica della band: una musica che pensa, che racconta, che resiste. Un’opera che non teme di porre domande scomode né di immergersi in territori concettuali complessi, in un’epoca in cui semplicità e rapidità sembrano essere diventate le uniche valute accettate. Hora Prima non è soltanto un titolo: è l’inizio di una nuova alba, la riscoperta di un tempo originario che chiede di essere abitato con coraggio, presenza e verità.