«All’improvviso, siamo diventati niente». Da questa frase, raccolta durante una conversazione tra amici, prende forma “Film Romance”, il nuovo singolo di Mario Signorile, già conosciuto con lo pseudonimo Mocky. L’artista ha scelto di firmare con il proprio nome, lasciandosi alle spalle un alias che per anni ha accompagnato la sua attività creativa. Una decisione semplice, sobria, ma significativa: dire le cose come stanno, anche in musica.
“Film Romance” è stato scritto dallo stesso cantautore, attore e regista pugliese in un periodo di apparente festa: le giornate che precedono il Natale. Una stagione di luci, unione e rituali condivisi che, per molti, diventa anche occasione di bilanci, nostalgie, questioni rimaste in sospeso e ferite ancora aperte.
Proprio su quel contrasto, Signorile realizza un brano che non racconta solo una fine, ma il modo in cui la metabolizziamo mentre ci siamo dentro. Quello che ci diciamo per non vederla arrivare, e quello che ci raccontiamo mentre la viviamo. “Film Romance” parla di come idealizziamo i rapporti, di quanto restiamo legati a un’immagine più che a una persona. E del momento in cui tutto si spegne, senza una scena madre, solo con la domanda: «E ci fa male. O mi fa male?». È la distanza tra le aspettative costruite su modelli idealizzati e la realtà di storie d’amore che, spesso, si sgretolano senza rumore, lasciando solo il peso dei non detti.
La struttura del brano è dichiaratamente cinematografica: frammenti di quotidianità si intrecciano a citazioni pop – «Come Ted e Robin, come Ross e Rachel» -, componendo un racconto che si muove con naturalezza tra il piano intimo e quello collettivo, tra la playlist personale e l’immaginario condiviso di una generazione cresciuta con le serie TV. Il videoclip ufficiale, in uscita nei prossimi giorni, rafforza questa dimensione: un protagonista che rivede su videocassetta la propria storia d’amore, mentre lo spettatore scopre che quei ricordi sono proiezioni mentali. Un loop emotivo da cui, a un certo punto, sceglie di uscire.
«Ho scritto questa canzone in un momento di grande malinconia – spiega l’artista -. Parlando con un’amica, ho sentito il bisogno di mettere in musica quel senso di vuoto improvviso che segue la fine di qualcosa in cui avevi creduto. Mi sembrava assurdo come tutto potesse sparire così, senza un vero epilogo. E invece, ogni addio è un sipario che cala su uno spettacolo che pensavamo infinito.»
Il testo procede per immagini secche, nitide, taglienti: «Cammino chino ma tu non ci sei, storia antica come i musei». Nessuna concessione alla retorica.
Verso dopo verso, viene descritto quello che resta: il disorientamento, la fatica di riassorbire l’assenza. Fino all’ultima battuta, che apre una possibilità:
«E mi ricordo che m’hai insegnato, che dietro il sipario c’è un nuovo spettacolo».
Quello di Mario Signorile non è un racconto fine a se stesso. “Film Romance” tocca un punto centrale della nostra contemporaneità: l’incapacità diffusa di elaborare la fine di un rapporto senza attribuirle il valore di un fallimento. Oggi, dove le relazioni amorose vengono spesso sovraccaricate di aspettative sociali e narrative, questo brano restituisce dignità anche alla chiusura, ricordando che, proprio come a teatro, dietro ogni finale può esserci un inizio.
La carriera di Signorile è una sintesi creativa coerente tra musica, regia e scrittura. Dopo il successo delle web serie “Odio il Mio Migliore Amico” e del fan film “The Last of Us Forsaken”, che gli sono valsi diverse candidature e premi nel circuito indipendente, ha esordito nella musica nel 2024 con il singolo “Io“, seguito da “Non ci scotta più” e “Sorriso sulle labbra“. Con “Film Romance”, l’artista affina una scrittura che non rincorre effetti né soluzioni consolatorie, ma sceglie la precisione del dettaglio per fermare in un testo quel punto cieco in cui tutto cambia, senza bisogno di proclami.
«Nessuna storia d’amore è come nei film – conclude -, eppure tutti ci siamo ritrovati a viverne una come se lo fosse. Questo brano è il mio modo per salutare quella parte di me che ancora si aspettava un finale scritto da altri, e iniziare finalmente a scriverlo con le mie mani.»
“Film Romance” non è la classica canzone su una storia d’amore giunta al capolinea, ma la fotografia nitida, satura e disincantata del momento preciso in cui ogni rapporto diventa reale: quando il sipario cala e siamo costretti a scrivere da soli il nostro finale. Con questa canzone, Mario Signorile abbandona ogni idealizzazione romantica e riscopre il valore delle storie vere: imperfette, lontane dai copioni televisivi. Perché, dietro ogni addio, c’è sempre una nuova possibilità.