Incontriamo Don Jio artista, vita e curiosità partendo da “All I Wanna Do”

Incontriamo Don Jio artista, vita e curiosità partendo da “All I Wanna Do”

Accogliamo calorosamente e spalanchiamo le nostre curiose orecchie a Don Jio, artista poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro “All I Wanna Do”, condividiamo con piacere l’intervista a Don Jio, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Don Jio si narrerà con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Don Jio!

Com’è nata la tua passione per la musica?

I miei primi ricordi sono di io che canto nel coro dei piccoli cantori veneziani. Quindi evidentemente mia madre aveva già notato la mia predisposizione al canto e mi aveva iscritto. Avevo cinque anni e già cantavo in un coro. Ho studiato pianoforte classico sin dal bambino. Già componevo le mie prime canzoni da ragazzino e ho passato la mia adolescenza comprando spartiti musicali e cantando le pagine dei miei cantanti preferiti. Non pensavo che avrei potuto farlo professionalmente, di potermi dedicare a questa passione. A casa mia hanno cercato di farmi studiare e preparare per un lavoro più “serio” seguendo il loro modello. In realtà aspettavo di finire l’università per potermi dedicare pienamente alla musica e lo ho fatto.

Com’è nato Don Jio e il suo personaggio, il suo sound?

Una piccola introduzione. Dopo l’università mi sono iscritto alla Music Academy di Bologna e contemporaneamente lavoravo nel mondo della notte, conoscevo DJ, produttori discografici di musica dance e avevo cominciato a collaborare come cantante o arrangiatore per pezzi ballabili. Allo stesso tempo alla Music Academy ho imparato la tecnica vocale che in realtà non ho mai molto approfondito. Ho imparato l’armonia, ho imparato a comporre. I libri musicali che suonavo a casa al piano erano il “Real Book” di Jazz. Ho cominciato a sperimentare la composizione In seguito, lavorando con un artista che si chiama Dariush, un dj produttore iraniano di grande talento, abbiamo lavorato a dei pezzi di musica pop elettronica, abbiamo fondato il duo Lunati Phase, e abbiamo passato anni, svegli fino all’alba, a comporre ed elaborare canzoni fino ad arrivare alla produzione di un album, di cui ancora vado orgoglioso. L’album si chiama LP, abbiamo avuto un contratto musicale e abbiamo pubblicato tutto nel 2018, ma non è successo molto, mi rendo conto che non ero preparato, che la mia pronuncia in inglese non era perfetta, quasi non c’erano neanche i social media per auto promuoversi, c’era MySpace, e non siamo mai stati presi troppo sul serio come artisti.

Sono arrivato ad un certo punto in cui mi sono reso conto che le canzoni che facevo da solo mi piacevano di più di quelle che facevo collaborando con qualcuno, quindi da quel momento nasceva il progetto Don Jio. Ho cominciato a produrre interamente dei pezzi senza alcuna contaminazione esterna, tutt´ora alcune delle canzoni che rientreranno nel mio prossimo album sono nate in quel periodo, stiamo parlando di 15-20 anni fa. Quindi il suono di Don Jio nasce da un percorso individuale, senza voler arrivare a un determinato obiettivo, senza voler copiare lo stile di qualcuno. Il sound di Don Jio nasce semplicemente da me. Il tipo di canzone, nei miei limiti di produzione musicale del momento, che avrei voluto ascoltare in quei giorni. Partendo dal pianoforte, i violini, i ritmi, le atmosfere che davo erano semplicemente istintive, e forse lo sono tutt´ora. L’unica cosa che forse è cambiata nella mia composizione è la consapevolezza di dove voglio arrivare, cerco di avere una struttura più pop, una strofa, un ritornello, e una variante per poter essere più accessibile a tutti. Le mie prime canzoni erano più sperimentali, senza struttura. Negli anni del Covid, avendo anche più tempo a disposizione, incoraggiato anche dai vari amici a cui le mie canzoni sono sempre piaciute, ho trovato il coraggio di volermi esporre come artista solista e di produrre, concludere e perfezionare un album solista. Ho perfezionato i testi, mi sono fatto correggere la pronuncia, ho curato i mix nei dettagli, ho affittato uno studio di registrazione a Berlino, che mi ha aiutato a levigare quello che avevo fatto, e ho concluso questa opera lunga dei miei pezzi favoriti.

E a quel punto mancava solo definire l’identità di questo artista solista. Quando è nato Don Jio? Forse lo so quando, stavo viaggiando in Messico da solo per quattro mesi all’inizio del 2022, e per la prima volta, nelle piramidi vicino a Città del Messico, ho trovato e indossato un cappello come quello che uso oggi, il sombrero di Don Jio, si è creata l’identità di questo personaggio, che già c’era dentro di me.

A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per All I Wanna Do?

Mi è capitato addirittura di sognarle le canzoni, durante un sogno di sentire una colonna sonora, una melodia completa con accordi, e di chiedermi nel sonno se questa canzone me la stessi inventando o se fosse una canzone conosciuta. Nel sonno sono riuscito a svegliarmi per scriverla prima di dimenticarla! Raggiungere il pianoforte, prendere il telefono per registrarmi, e mettere giù in dormiveglia tutto lo spartito, per poi tornare a dormire. Questo spartito lo avrei utilizzato successivamente per creare la canzone. Sto parlando esattamente della canzone “Who We Are”, che ho pubblicato circa un anno fa e che farà parte dell’album.

“All I Wanna Do” è l’ultima canzone che ho scritto. Ho deciso di scriverla. Mi è sempre piaciuto mettermi al pianoforte e dedicare del tempo alla composizione di una nuova canzone, quando ero più giovane ed ero più libero, mi prendevo una settimana intera chiuso in casa per creare dal nulla qualcosa, come un pittore davanti a una tela bianca. Per “All I Wanna Do” stavo cercando di creare una melodia per una canzone di un altro musicista, che mi aveva chiesto di scrivere qualcosa per una sua base. Ricordo che non sono riuscito a scrivere la melodia per quella canzone dopo giorni di tentativi, non mi convinceva, non trovavo ispirazione da quella base musicale che mi era stata data. Però avevo registrato varie parti nel mio telefono, avevo stimolato la mia creatività.

Ho deciso di lasciare da parte l’altra canzone e mi sono dedicato a questa nuova canzone che stava nascendo.

Per quanto riguarda il testo, è venuto poco dopo, mi sono innamorato, mi capita almeno due volte all’anno 🙂 E il testo è venuto naturale, frutto della mia commozione, della mia gioia del momento. Ricordo che camminavo per strada a un metro di distanza dal suolo, con il sorriso stampato in viso, e stavo semplicemente trasformando in musica questo periodo di emozioni. E mi rendevo conto che nonostante tutta la mia vita indaffarata e complicata, l’unica cosa che volevo fare era lui: “You are all I wanna do”.

E come é nato il suo videoclip?

Anche il videoclip è stato ragionato. In questi ultimi due anni mi sono dedicato alla parte visuale della mia musica. Ho avuto la consulenza di un manager che mi ha spiegato un po’ il ruolo dei social media, dei video, dell’immagine, del brand. Il mio primo video è stato “Seek The Thrill”, altra canzone che entrerà nell’album e che ho già pubblicato un anno fa. Sono passati due anni da “Seek The Thrill”, video in cui mi ero fatto aiutare da qualcuno, anche per imparare sia per fare le riprese che per imparare ad usare il programma Premiere per il montaggio. Dopo due anni so esattamente cosa sto facendo.

Ero in vacanza quest’estate, sapevo che avrei voluto fare un video e mi è venuta l’idea di fare qualcosa che ancora non avevo ancora fatto, e ho deciso di provare a girarlo sott’acqua. Il mio giovane nipote aveva una videocamera che usava come un gioco, e gli ho detto di riprendermi. È venuto tutto molto naturale. Dopodiché mi sono messo al computer per vedere cosa veniva fuori da quelle clips. Avrei voluto metterci dentro un pianoforte quindi ho invitato degli amici a registrarmi mentre suonavo. Ho guardato il materiale, e volevo ancora qualcosa di più personale. Quindi sono rimasto un po’ di ore da solo davanti alla camera a interpretare con il movimento l’emozione che tuttora questa canzone mi suscita. Il risultato è quello che vedete.

E´ l’album da cui è estratto, oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Anche se l’album era già terminato e doveva uscire un anno fa, ho deciso all’ultimo di rifare i masters in analogico con un produttore spagnolo. Alla fine ho deciso di includere “All I Wanna Do” nell’album, quindi ho posticipato ulteriormente l’uscita. L’album esce fra un paio di mesi. Credo di pubblicare prima un ulteriore singolo con video, a cui sto attualmente lavorando, e poi l’album che conterrà tutto. È un album totalmente rappresentativo di me, non c’è nessun’altra influenza, ho fatto tutto io, tutti gli strumenti, tutti i testi, tutto il lavoro. C’è solo un tocco finale di qualità del suono, che è veramente un altro mestiere. E non vedo l’ora di condividerlo con voi.

Cos’è per te l’arte? La musica?

Come ho già detto, la musica fa parte della mia vita da sempre. Dopo aver studiato e finito la facoltà di Economia Politica, diciamo per fare contenta la mia famiglia, mi sono iscritto all’Accademia di Belle Arti di Bologna, appunto perché appassionato di pittura, di arte, di storia. Però mi sono presto fermato, e iscritto al Music Academy. Quindi la musica è stata proprio una decisione.

Ogni tanto la chiamo una condanna. Sì, vedo la musica un po’ come la mia condanna, perché negli anni ricordo di aver avuto un senso di colpa, un senso di mancanza, perché non dedicavo sufficientemente tempo alla musica. Quindi la musica per me è un’esigenza. Passerei il mio tempo solamente a far musica. La musica anche mi pesa un po’, per tutto il tempo e la perizia che devo dedicare alla produzione e ora alla gestione, facendo tutto da solo. Mi piacerebbe scrivere canzoni continuamente e passare le mie giornate cantando. Dico una condanna perché sarebbe stato tutto molto più facile se non fossi stato un musicista, avere un lavoro comune, sicuramente creativo, un lavoro con il suo stipendio, con la sua remunerazione e non un salto nel vuoto, una salita senza fine come quella che a volte si sente quando si fa musica. Però la soddisfazione e la gioia che provo quando la mia canzone prende corpo, quando mi rendo conto che è nato qualcosa che non esisteva, è quasi commovente. Mi commuovo per la bellezza che vedo io stesso nelle mie creazioni musicali. Il prossimo passo sarebbe condividere con molte persone la mia creazione, ed essere appagato per tutto lo sforzo, l’impegno che ci metto per inseguire la realizzazione di questo sogno.

Quali sono le tue influenze artistiche?

In realtà mi rendo conto di essere ispirato o rimasto alla tipologia di musica che ascoltavo da giovane. Sono cresciuto con Vasco Rossi e Madonna. Successivamente i Cranberries. Erikad Badu, Lauryn Hill, i Radiohead. Forse l’artista che veramente mi ha più emozionato con la sua musica è stata Alicia Keys. Ovviamente non sto citando tantissimi artisti che mi hanno accompagnato durante la mia vita. Dopodiché mi sono fondamentalmente dedicato alla musica che scrivevo io. Passo tuttora il mio tempo ascoltando Bossa Nova, jazz, mantra indiani, musica ambient, musica classica. Voglio dire, le mie influenze, la musica che mi piace ascoltare è… non ha una tipologia definita. Ci sono delle melodie che mi accompagnano da sempre, ma fondamentalmente sono molto concentrato sulla musica che faccio io.

Quali sono le tue collaborazioni musicali.

Per quanto riguarda le collaborazioni musicali ho collaborato, come dicevo all’inizio, con vari DJ che però trattavano la mia voce come fosse un suono tra i tanti. Erano tra l’altro gli anni della Minimal, non più dell´House cantata, quindi c’era poco spazio per la voce, i vocalists stavano sparendo dalle discoteche anche oggi nelle discoteche di musica techno quasi non si sente nessuna voce, quindi era un ambito che mi limitava molto come cantante. Mi sono poi dedicato alla produzione di musica pop elettronica, parlo del duo “Lunati Phase”. Tra l’altro tutta la nostra musica è uscita su tutte le piattaforme, alcuni singoli sparsi, poi la musica più ballabile contenuta in un album, Different Perception. Ma la nostra musica signature, il nostro puro stile, sta nell’album “LP”.  Alla fine del nostro percorso mi sono reso conto che mi limitava dover collaborare con qualcuno, mi pesava che ci fossero due cervelli, due gusti musicali, due anime, avevo ormai bisogno di più spazio, dovevo poter fare musica da solo, dalla A alla Z, dalla prima nota alla fine dell´arrangiamento, ed è quello che ho fatto, che ho imparato a fare.

Oggi sono diverso, pubblicando questo album sento di aver veramente espresso la mia essenza senza alcun minimo compromesso, sono soddisfatto di quello che ho fatto, mi rendo anche conto dei miei limiti in quanto non essendo un violinista, non essendo un batterista, non essendo un chitarrista, so che potrei arrivare oltre se collaborassi con altri musicisti, quindi oggi come oggi per il futuro volentieri lavorerei con qualcun´altro.

La collaborazione nel lavoro in promozione

Credo che mi stiate chiedendo come mi trovo ora a collaborare in questa fase di promozione della mia musica. Collaborare con un’agenzia come sto facendo adesso è un sollievo perché avere una guida, avere queste interviste a cui rispondere, avere delle persone che mi consigliano cosa fare con i social media, avere una struttura razionale e produttiva è un sollievo, perché fare tutto da solo ogni tanto spaventa. Più che altro è anche una questione di tempo, riesco ad eseguire un compito senza problemi piuttosto che pensare da solo a come risolvere un problema, quando non ho idea di cosa si debba fare. Quindi lavorare con persone competenti e professionisti è un gran sollievo, e volentieri mi do da fare per tutto quello che mi viene richiesto di fare.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Ci sono delle tematiche ricorrenti nei miei testi. Comunque fanno parte della mia persona, non mi sforzo per esprimerle. Fondamentalmente celebro l’imperfezione della vita, perché ho imparato ad accettare le mie imperfezioni, i miei difetti, i miei errori e a riderci sopra. In questo mondo patinato, apparentemente perfetto, che siamo ormai abituati a vedere, ho deciso di presentare la mia musica, anche lei imperfetta in qualche modo, perché non ho ingaggiato l’orchestra sinfonica per i miei pezzi, non li ho registrati nello studio di New York da 5.000 dollari al giorno, non ho cantato nei microfoni migliori, ecc. Modestamente mi sto esponendo con tutto quello che ho fatto nella mia “scatolina”, mi piace chiamarla così, la mia attrezzatura, le mie scatoline, la mia piccola scheda audio e il mio mini Mac, e da loro viene fuori tutto quello che sentite. Tra l’altro, dettaglio divertente (infatti pubblicherò presto un video di “making the cut”), “All I wanna do” l’ho registrata a casa cantando in un armadio, è stato un esperimento, volevo provare a vedere se funzionava, e alla fine ha funzionato, che ne dite? 

Cos’altro voglio trasmettere? Vorrei che il mio personaggio, le mie canzoni, questo piccolo mondo che sto creando sia un rifugio, un momento di sollievo per chi mi ascolta e si riconosce in quello che dico. Parlo di storie d’amore imperfette, parlo di incomprensione, di non sapere dove voler stare al mondo, di trovare il coraggio in se stessi per essere felici. Parlo di gelosie, parlo di tradimenti, parlo di arrabbiature. C’è una canzone che ho pubblicato l’anno scorso che si chiama “I’m About You”, in cui parlo della difficoltà di comunicare tra le persone, perché si trovano delle barriere che creiamo inconsapevolmente. In realtà si vorrebbe solamente conoscere, passare del tempo con una persona, condividere, ma questa persona già è talmente piena di sé o spaventata, che ti chiude le porte. Insomma parlo nelle mie canzoni delle piccole scomodità della vita quotidiana, cerco di trasmettere il mio approccio auto ironico alla vita, e appunto mi piace molto il messaggio di: non prendere la vita troppo sul serio.

Oltre al lavoro in promozione, quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Mi piacciono tutte le mie canzoni, però… Le mie favorite sono la prima che ho pubblicato, “Seek The Thrill”. Fondamentalmente per il suo sound rock malinconico, e per la sua semplicità. Quella canzone mi rappresenta molto.

Un’altra canzone a cui tengo molto è “The Way I Feel”, altra grande canzone d’amore. Scritta al pianoforte quando questa persona che amavo era tornata a casa dopo un periodo di ospedale, in cui aveva rischiato la vita. Anche il video è molto intenso, l’ho girato nel deserto. Tutte le canzoni che sto nominando hanno il loro video su YouTube.

E un’altra canzone a cui tengo è appunto quella che ho sognato, cioè che è nata dai miei sogni, “Who We Are”. Ho girato il video su una scogliera del Messico.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Immagino stiamo parlando di sogni musicali. Mi piacerebbe essere conosciuto abbastanza per poter suonare in giro e divertirmi a cantare, organizzare una band, anche per elevare il mio suono, lavorando con musicisti veri che possano apportare qualcosa nell’esperienza live. Quando mi esibisco, cantando e suonando il pianoforte, la gente mi dice quanto gli piace molto quello che sto facendo, mi dice che rendo molto meglio dal vivo che da quanto traspare dalle mie registrazioni. Il che non mi stupisce perché, come ho già detto, non ho registrato in questi grandi studi, con questa grande tecnologia, non ho avuto questo grande lavoro di post-produzione di tecnici, quindi immagino nei miei mezzi le mie potenzialità non vengano realmente valorizzate. Quindi mi piacerebbe elevare la mia performance tramite il live. Mi piacerebbe suonare in giro, avere quell’emozione da palcoscenico e fare questo percorso importante anche con me stesso, e anche migliorare me stesso attraverso il palcoscenico, piccolo o grande che sia. Sarebbe anche una motivazione per scrivere tutto il prossimo album. Ho già delle altre canzoni scritte a metà, però, ripeto, ci si mette un sacco di tempo a fare tutto, quindi mi piacerebbe ora avere delle forti motivazioni per continuare su questa strada.