Incontriamo Sara Emma Gemma artista, vita e curiosità partendo da “Mai abbastanza”

Incontriamo Sara Emma Gemma artista, vita e curiosità partendo da “Mai abbastanza”

Con grande riconoscenza diamo il benvenuto a Sara Emma Gemma , artista poliedricA che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnatA nella promozione del lavoro “Mai abbastanza”, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Sara Emma Gemma , grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, Sara Emma Gemma si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Sara Emma Gemma !

Com’è nata tua la passione per la musica?

È stato tutto molto naturale. Ricordo che alle recite scolastiche delle elementari tutti dicevano che avevo una bella voce. Alle medie era previsto l’obbligo di scegliere uno strumento e, avendo già una chitarra in casa, decisi di approfittare per imparare a suonarla. Da allora non ho più smesso. Credo, comunque, che la musica sia una sorta di vocazione, qualcosa di innato…ti appartiene dal principio.

 

“Sara Emma Gemma ” vogliamo sapere di più dei tuoi superpoteri…!

Come è stato concepito il lavoro “Mai abbastanza”?

 

“Mai abbastanza” è il primo di una serie di brani scritti al termine di una storia che mi ha lasciata con infiniti punti di domanda rispetto alle relazioni interpersonali, di qualsiasi tipo. Era da un po’ di tempo che non riuscivo a scrivere, poi ho semplicemente imbracciato la chitarra e le parole sono venute fuori da sole, con spontaneità. È un brano rimasto chiuso in un cassetto per un bel po’ di tempo, quindi sono molto felice di aver avuto finalmente la possibilità di pubblicarlo e farlo ascoltare.

 

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?

 

Purtroppo no, non è stato realizzato il videoclip, ma si sa…nella vita mai dire mai.

 

Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

 

Al momento posso dire con certezza che seguiranno nuove uscite, ma sulla possibilità di un disco preferisco non sbilanciarmi.

 

Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!

 

Beh…quanto tempo avete?

Ho cominciato a scrivere all’età di 16 anni. Suonavo cover in giro con un gruppo di amici di infanzia. Durante un live una ragazza mi notò e mi propose di dare vita a quella che per più di dieci anni è stata la mia band, gli Ephimera. La mia storia d’amore più duratura. Abbiamo pubblicato una demo, un ep, un disco. Ci è capitato di suonare per 10 persone, ma anche per 1000. Grazie a questo progetto sono cresciuta tantissimo dal punto di vista artistico e musicale, anche attraverso il confronto/scontro con i miei compagni. Mi ha regalato soddisfazioni enormi… infatti, colgo l’occasione per ringraziare tutti i compagni di viaggio degli Ephimera per tutte le esperienze, le partenze, le macchine da caricare e scaricare al ritorno, le notti sveglia per il rientro dai live. Parallelamente ho intrapreso gli studi in Conservatorio e mi sono diplomata in musica elettronica, anche se quest’ultima non ha ancora trovato spazio nelle mie produzioni.

 

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

 

In merito posso solo dire che amo lasciare a chi ascolta la libertà di leggere nelle mie canzoni il messaggio di cui ha più bisogno in quel preciso momento. Per questa ragione non amo spiegare i miei testi delle mie canzoni.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

 

Come anticipato, ho pubblicato una demo, un ep ed un disco con gli Ephimera e due singoli da solista… “Mai abbastanza” è il terzo. Con la band ho partecipato ad una infinità di contest, alcuni dei quali vinti e che ci hanno regalato la possibilità di suonare in apertura a band come Almamegretta e Foja. Abbiamo suonato in apertura ai Linea 77, ai Dunk e, nella stessa sera, ai Pinguini Tattici Nucleari, ai Canova. Siamo stati al Meeting del mare… però devo dire che il live che ho più nel cuore, forse, è quello al Circolo degli Artisti, storico locale di Roma che purtroppo ha chiuso da anni.

 

Cosa ne pensi della scena musicale italiana?

E cosa cambieresti/miglioreresti?

 

Onestamente, fatta qualche eccezione, come Levante, in Italia seguo pochi artisti pop “mainstream”. Sento di essere più vicina ad artisti come Emma Nolde, Fabi, Consoli…

Mi piace chi mi trasmette l’amore per la musica come forma d’arte, genuinità. Ecco, mi piacerebbe si tornasse a dare importanza alle parole, ai testi perché oggi, a mio avviso, soprattutto nel mainstreaming, vengono trascurati per dare spazio a qualcosa di più accattivante. Per me invece la musica non deve essere solo guadagno, divertimento, ma soprattutto spunto di riflessione su quello che accade tutto intorno a noi e dentro di noi. Per me la musica è cultura.

 

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

 

“Tanto ci resta”, anche se dal punto di vista della produzione è un brano molto diverso al nuovo arrivato.

È il brano che ha inaugurato la mia “carriera” solista.

 

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Sicuramente continuare a scrivere, fare musica, lavorare con la massima serietà ed il massimo impegno in tal senso…

Spero di riuscire a far crescere e conoscere il progetto al meglio.