Da Kotodama a tutta la sua vita, giù la maschera per Flavio Zen

Da Kotodama a tutta la sua vita, giù la maschera per Flavio Zen

Con grande gioia diamo il benvenuto a Flavio Zen, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Kotodama, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a Flavio Zen, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, Flavio Zen si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Brainstorming Music, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Flavio Zen!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Fin da quando ho capito che essa riesce a rendere affascinante e persuasiva ogni parola che si dice.
Il mio obbiettivo è sempre stato essere ascoltato e capito, la musica ti dà questa illusione.

Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è Flavio Zen e il suo personaggio?


Sono ormai più di 10 anni che ho inserito Flavio, il mio nome di battesimo, nel mio nome d’arte, Zen.
All’inizio del mio percorso musicale mi facevo chiamare solo Zen,
 col tempo ho iniziato a fondere le due entità per stimolarmi a capire che era ciò che volessi fare nella vita.

Come è stato concepito il lavoro Kotodama?

Tutta colpa di un piccolo quaderno realizzato in carta riciclata da Pensieri Pensati (http://www.pensieripensati.com/ non è un placement).
Quando lavoravo in radio mi fu regalato questo piccolo quadernino dalla persona che li realizzava e sulla copertina c’era scritto “Kotodama” con la spiegazione del suo significato.
Io che da sempre sono appassionato di cultura orientale ma soprattutto del come utilizzare al meglio le parole sono stato molto ispirato da questo concetto e ho voluto dire la mia.

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?

Da quando vivo a Bologna mi affido a un collega/amico che mi sostiene e mi aiuta a realizzare videoclip efficaci per i miei lavori. Insieme a Toma Azzarone, regista e videomaker, abbiamo scritto, diretto e girato il videoclip di Kotodama che uscirà il 10 dicembre sul mio canale YouTube.

Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

Vecchia volpe. All’inizio non era questa la mia idea, ma ci sto pensando davvero. Sono tre anni ormai che ho abbandonato l’idea di fare un disco, ho fatto uscire solo singoli nel corso di questi ultimi anni per capire bene la direzione artistica che volessi prendere e con gli ultimi quattro singoli credo di aver trovato una nuova identità.

Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!

In quasi 31 anni ne ho viste un po’, mi limito a dire che devo la maggior parte della mia forza creativa ai miei genitori senz’altro ma anche all’aria che ho respirato per 5 anni tra le mura del Liceo Artistico. Dopo essermi diplomato ho iniziato subito a lavorare come grafico mentre avevo anche un bel giro di clienti nel mio home studio di registrazione, questo ha fatto sì che io potessi guadagnarmi piano piano la stima e il rispetto di tutti i rapper della mia zona e delle città limitrofe. Dopo una decina d’ani ho deciso di trasferirmi a Bologna e iniziare a studiare, ora sto per laurearmi in Comunicazione e Media Digitali e sto continuando a lavorare con la musica in maniera sempre più concreta.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Sono molto elastico e attento ai cambiamenti dei sotto borghi culturali, mi piace tutto ciò che viene dal basso mosso da necessità comunicative impellenti. Riguardo la musica, negli ultimi anni, XXX Tentacion, Lil Peep, Post Malone e soprattutto joji hanno dato una svolta al mio percorso creativo.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Negli anni ho avuto il piacere di lavorare con tanti artisti della scena Hip-Hop italiana, sia come grafico, in featuring o sul palco. Per citarne alcuni: Tormento, Murubutu, Hyst, Francesco Paura, Bassi Maestro, Willie Peyote, Laïoung, Nerone, Big Joe, Johnny Marsiglia, Louis Dee e altri che ora non ricordo.

E la collaborazione con Brainstorming Music nel lavoro in promozione?

Importantissima e ormai imprescindibile. Brainstorming capisce a pieno le mie necessità artistiche e condivide al 100% il mio gusto e la mia visione, farsi aiutare a diffondere la propria musica, al giorno d’oggi, è sempre più necessario.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Come ho detto nella prima domanda, il mio bisogno più grande è sempre stato quello di essere ascoltato e capito, col tempo questo bisogno si è evoluto. Ho iniziato a rendermi conto che non solo ero ascoltato e capito, ma anche che ciò che dicevo era di ispirazione per qualcuno, questo mi ha spinto anche a cercare di utilizzare la mia musica come veicolo di un messaggio vicino al cuore e alla mente dell’ascoltatore, un pretesto per ascoltare una voce amica che ti dice che non sei solo e che c’è sempre una soluzione ad ogni problema.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Ho iniziato nel 2008 e da allora ho fatto 14 album, la maggior parte sono su tutti i digital store mentre gli altri rimangono sparpagliati in giro per il web tra Soundcloud e Bandcamp. Ne avrei tantissime da raccontare come ad esempio la masterclass di promozione musicale con Paola Zukar, storica manager di Fabri Fibra e Marracash, oppure non so, l’aver partecipato a uno dei festival di musica elettronica più importanti d’Italia assiene ad artisti come Go Dugong e altri maestri della musica elettronica sperimentale.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Cosa cambierei… bella domanda. Non mi sento all’altezza di parlare di qualcosa così tanto più grande di me, ma se dovessi immaginare a qualche miglioria ed entrare nella mente degli artisti cambierei sicuramente la smania per il successo sostituendola con il piacere di fare musica e di diffondere la propria visione. Ormai la scena è diventata monotematica, ci si sta sempre più internazionalizzando (cosa per molti versi positiva) e ciò comporta maggiori rischi per cui tutti gli artisti hanno sempre più paura ad a uscire dalla propria zona di confort realizzando musica sempre tutta uguale.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Uno degli artisti che mi ispira di più tra quelli citati prima è sicuramente Joji, ascoltatelo. Ultimamente mi sono avvicinato anche all’ascolto di Okay, Kenji, a metà fra la trap e l’emo anni 2000, assurdo, dategli un ascolto.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Da persona male, come tutti, da artista alla grande. Stare chiuso in casa tanti mesi mi ha concesso finalmente il privilegio non avere obblighi sociali che mi distogliessero dal mio lavoro anche se al contempo, il lato di me terreno e umano ha sofferto molto per la prima reclusione. Ora finalmente si sta iniziando a suonare in giro e a tornare a vedere gente anche se noto che stanno inventando nuove lettere greche per nominare le nuove varianti del virus.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Ho in programma un disco, come accennato prima, ma la cosa più importante per ora è concentrarmi sulla musica perché vivo di questo da diversi anni e cerco sempre nuovi modi per mettermi in gioco e lavorare nel settore.