Carlo Pontevolpe racconta il suo nuovo singolo “Non Ne Posso Più”

Carlo Pontevolpe racconta il suo nuovo singolo “Non Ne Posso Più”

Non è solo un titolo che ci fa annuire. Non Ne Posso Più è la dichiarazione semiseria di un cantautore che ha deciso di mettersi a nudo… ballando. Carlo Pontevolpe usa l’ironia per raccontare la fatica di restare a galla tra aspettative, insuccessi e notifiche troppo insistenti. Dietro un sound incalzante e un videoclip surreale, c’è una voce che non ha paura di ammettere il dubbio, né di scherzarci su.

“Non Ne Posso Più” è un titolo che ci trova d’accordo già al primo ascolto. Qual è stata la miccia che ha fatto scattare questa canzone? Una multa, un algoritmo, o un gelato caduto?

Sentivo questa frase attorno a me molto spesso e ho subito pensato che fosse un motto perfetto per una canzone. “Non Ne Posso Più” non è il mio modo per scaricare la mia personale frustrazione, bensì ironizza sul fatto di volere a tutti i costi proiettare tale frustrazione su qualsiasi cosa, perlopiù insignificante, al solo scopo di darci degli alibi per non essere riusciti a raggiungere degli obiettivi che probabilmente, alla fine dei conti, non ci interessavano poi così tanto.

Il brano prende in giro la lamentela, ma in fondo… non ci piace anche un po’ lagnarcela? Ti sei mai sorpreso a goderti una bella lamentela di gruppo?

Non ho mai amato chi si lamenta con gli altri. Se proprio devi parlare, condividi qualcosa di gioioso, di bello, non scaricare le tue frustrazioni sugli altri! Altrimenti meglio stare zitti. L’energia persa a lamentarsi andrebbe reindirizzata per fare qualcosa di costruttivo!

Hai detto che questa canzone è nata da un momento in cui ti interrogavi sul tuo “insuccesso”. Quanto è difficile, oggi, essere sinceri su fragilità e aspettative nel mondo musicale?

Forse su questo la società odierna ha fatto qualche passo avanti. Oggi non è così difficile palesare i propri problemi, poi ovviamente dipende da vari fattori. Vengo invece da un’adolescenza in cui se ti mostravi minimamente fragile, eri deriso ed emarginato.

Il videoclip è coreografico e pieno di humor. È stata una scelta per alleggerire il testo o un modo per rispecchiare l’assurdità del quotidiano?

Volevo mettere in risalto il ritmo del brano, che mi fa ballare. La parte humor è servita a sottolineare il messaggio profondo della canzone. Personalmente mi piace molto riguardarlo e sono molto soddisfatto del lavoro svolto, per questo ringrazio tutti quelli che hanno partecipato! In particolare, Paolo, ormai il mio videomaker di fiducia!

Comporre tre melodie diverse su un unico giro armonico è una sfida tecnica notevole. Da dove ti è arrivata questa intuizione e quanto ti sei divertito a incastrare tutto?

In quel periodo, oltre a iniziare a scrivere, avevo cominciato a pubblicare qualche cover su YouTube. Ero alla ricerca di cover di tendenza e ho ascoltato Better Now di Post Malone. Quando sono andato a vedere gli accordi online, mi ha colpito il fatto che le melodie fossero così diverse pur avendo lo stesso giro armonico sia nella strofa che nel ritornello. Allora mi sono detto: vediamo se sei così bravo! Cercare queste melodie è stato complicato ma anche molto divertente! La strofa è arrivata subito, mentre ritornello e intro sono venute con qualche difficoltà in più.

Se “Non Ne Posso Più” fosse un oggetto quotidiano, uno di quelli che ti fanno perdere la pazienza ma che non riesci a buttare via… quale sarebbe?

Sicuramente il cellulare. Perché “delle notifiche di Facebook (e in generale) non ne posso più!”. Le ho silenziate quasi tutte e il mio obiettivo è di usare sempre meno questo strumento che ci distacca dalla realtà e ci fa vivere nell’ansia perenne.